in sospensione tra cielo e terra...

in sospensione tra cielo e terra...

venerdì 27 dicembre 2013

lasciamoci alle spalle il passato...

Si, lasciamoci alle spalle il passato e guardiamo sempre avanti. L'oggi ed il domani sono di gran lunga più stimolanti di ciò che è accaduto ieri o ieri l'altro. La rivisitazione del passato non è solo un esercizio sterile, ma è anche dannoso. Sulle ceneri si può edificare poco...con i cocci di un vaso rotto si potrà dar vita solo ad un vaso rabberciato...dunque guardiamo all'oggi ed al domani, con l'augurio che siano forieri di ottimi eventi
                                                          BUON  2014


mercoledì 18 dicembre 2013

omaggio ad Ungaretti

da " Il taccuino Del Vecchio" di Giuseppe Ungaretti


" L'amore più non è quella tempesta 
   Che nel notturno abbaglio
   Ancora mi avvinceva poco fa
   Tra l'insonnia e le smanie,

   Balugina da un faro
   Verso cui va tranquillo 
   Il vecchio capitano ".


" Senza niuna impazienza sognerò,
   Mi piegherò al lavoro
   Che non può mai finire,
   E a poco a poco in cima 
   Alle braccia rinate
   Si riapriranno mani soccorevoli,
   Nelle cavità loro
   Riapparsi gli occhi, ridaranno luce,
   E, d'improvviso intatta,
   Sarai risorta, mi farà da guida
   Di nuovo la tua voce,
   Per sempre ti rivedo ".

mercoledì 11 dicembre 2013

l'attesa...

Il cammino di ogni essere umano non è altro che una grande attesa...Attesa che si connota sin dal suo esordio - gamete ovulo fecondazione morula embrione feto - per concludersi con l'epilogo ineluttabile - morte.

da " Lamento d'anima errante" - Laruffa Editore - Reggio Calabria, pag.31

IX

è un termine osceno
un oscuro disegno
che trita il concetto
che logora il legno

io aspetto
ma cosa
io aspetto
son certo
io aspetto

il sospetto
si tinge d'ingegno
l'attesa è una truffa
vestita d'impegno
l'attesa
è una sfida
ormai senza ritegno

io aspetto
ti dico
io aspetto
il lavoro
attendilo pure
con molto decoro

io aspetto
ti dico
io aspetto
il denaro
comunque ti ponga 
purchè non sia avaro

io aspetto 
l'amore
aspetto
il perdono
l'attesa t'involge
di certo è un gran dono

io aspetto
ti dico
io aspetto 
la vita
l'attesa è sospesa
la strada è in salita

ancora 
io aspetto
aspetto
la morte
compiuta parabola
di scena è la sorte
 


 

lunedì 9 dicembre 2013

un pensiero di Pessoa


dal " Libro dell'inquietudine"

"Breve ombra scura di un albero cittadino, lieve rumore di acqua che cade nella fontana triste, verde dell'erba regolare ( giardino pubblico sul far del crepuscolo): voi siete per me, in questo momento, l'universo intero, perchè siete il contenuto pieno della mia sensazione cosciente. Dalla vita non voglio altro che sentirla perdersi in queste sere impreviste, al suono di questi bambini estranei che giocano in questi giardini sbarrati dalla malinconia delle strade che li circondano, e incorniciati, oltre che dai rami alti degli alberi, dal vecchio cielo dove le stelle ricominciano".

venerdì 6 dicembre 2013

aria di Natale?

Mi chiedo con quale stato d'animo si possa quest'anno pensare al Natale, come festività, con tutte le implicazioni sociali, economiche e politiche che stiamo vivendo. Le luci che già brillano, per le strade, sugli alberi decorati, nei negozi dei centri cittadini, dovrebbero avere il vago sapore di stelle cadenti, di momenti di caldo conforto, in questo freddo inverno che attanaglia corpi e cuori...
Si fanno preparativi per cenoni e pranzi mentre la gente soffre la fame, l'assenza del lavoro, l'assoluta precarietà...intanto i politici continuano a blaterare disgustosamente, di questo o quel problema che l'Europa ci pone, quasi giornalmente: inetti e mascalzoni, ladri ed ipocriti, truccati com i vari colori dei partiti, in ogni caso sazi e pieni di denaro, mentre il popolo italiano sta letteralmente morendo di stenti.
Ci preparano elezioni primarie...il resto, è ovvio, è secondario!!!
Noi, popolo di poeti, scrittori, pensatori, cosa possiamo fare contro lo strapotere e la corruzione che opera con sistema e spudoratezza? 
Quali sono le frecce al nostro arco? 
In vero abbiamo spuntato le frecce e l'arco è fatiscente...possiamo solo denunciare scrivendo, dato che la parola ci viene lasciata...per quanto ancora?
Aria di Natale?....è una brutta aria quella che tira!!!
 

lunedì 2 dicembre 2013

riflessione...

Sì, oggi mi lascio andare ad alcune riflessioni sull'utilità di tenere un blog in cui postare giornalmente parole, pensieri sia miei che di altri scrittori, pensatori o poeti...
Mi chiedo se non sia un esercizio narcisistico perchè non trovo mai un commento e non riesco ad interloquire con alcuno dei miei lettori.
Timidezza, apatia, assenza di interesse? Forse sono valide le tre ipotesi da me elaborate. Difficoltà a fare commenti perchè il blog è complicato? Vi ho dato la mail come chance per rispondere....Silenzio, solo silenzio...non mi è dato capire se quanto scrivo sia interessante, da condividere o da stigmatizzare. Il contatto in rete avviene attraverso altre vie, più coinvolgenti e " leggere": una sorta di ammucchiata di gruppo, tanto l'orgia ha sempre fatto proseliti!!!
Sono amareggiata ma non doma....continuerò a scrivermi addosso per quei pochi " disgraziati" che ancora giornalmente aprono il pc e vanno a leggermi, sempre più sparuti, spariti. A voi, ultimi eroi rimasti, un largo abbraccio e tutto il mio affetto

giovedì 28 novembre 2013

ancora sulla parola...


da "Il libraio di Selinunte" di Roberto Vecchioni - Giulio Einaudi Editore - 2004

"Il libraio leggeva le parole senza imporle all'ascolto, perchè le parole non nascono....Il llibraio restituiva le parole a se stesse. La lettura che usciva dalla sua bocca era un'offerta di toni per l'anima: salire, scendere, fermarsi. Salire, restare, risalire.....Leggeva il tempo che dura la parola nel cuore, senza picchi o sbalzi, perchè il cuore ha piani sovrapposti....E mentre, ignaro di tutto questo, me ne stavo lì a occhi chiusi per non perdermi nemmeno un tratto di quella specie di melodia, arrivarono a svegliarmi come tuoni i dieci rintocchi di San Giovanni. Cominciai a carrere verso casa". ( pag.25)

martedì 26 novembre 2013

la violenza sulle donne....


La violenza sulle donne non ha bisogno di una giornata di commemorazione! E' ingiurioso e patetico il tentativo politico e sociale di designare il 25 novembre quale giorno della memoria  per le tante donne uccise  e per tutte le altre  che quotidianamente subiscono molestie e violenze sia in famiglia che sul posto di lavoro - per  non parlare poi di quanto avviene per strada, sui tram, in metropolitana....
Voglio ricordarvi che la violenza può essere esercitata anche nei luoghi preposti all'educazione ed alla salute delle donne, in particolare mi riferisco alla scuola ed agli ospedali, luoghi in cui sono stati perpetrati e tutt'ora si perpetrano crimini di ogni genere ad opera di insegnanti, medici, paramedici...quanti i casi che la cronaca ci ha vomitato addosso con un certo compiacimento per lo scoop mediatico.
Oggi 26 novembre vi dedico una poesia di una grande poetessa, Alda Merini, che ho subito abusi inenarrabili nei luoghi di internamento per malattie mentali, nei quali è stata ricoverata per ben quattordici anni della sua esistenza.

Quando ci mettevano il cappio al collo
e ci buttavano sulle brandine nude
insieme a cocci immondi di bottiglie
per favorire l'autoannientamento,
allora sulle fronti madide
compariva il sudore degli orti sacri,
degli orti maledetti degli ulivi.
Quando gli infermieri bastardi
ci sollevavano le gonne putride
e ghignavano, ghignavano verde, 
era in quel momento preciso
che volevamo la lapidazione. 
Quando venivamo inchiodate in un cesso 
per essere sottoposti alla Cerletti,
era in quel momento che la Gestapo vinceva
e i nostri maledettissimi corpi
non osavano sferrare pugni a destra e a manca
per la resurrezione degli uomini...

sabato 23 novembre 2013

un pensiero per Francesco....


da "ABADIR" di Francesco Idotta - Iiriti Editore - Reggio Calabria - 2006

Dentro la testa sbatte lo Scirocco,
che da Sud-Est scarica la sabbia.
Alla marina impreca il pescatore,
contro l'attesa vana della rete. 

Un dondolìo che nausea partorisce
e prende il suono della campanella,
la stessa che risuona sulla coffa
quando s'avvista il pesce sotto poppa.

Il marinaio serba dentro al petta
una preghiera per i morti stesi
sotto la coltre eterna del silenzio
e poi non ha più fiato per l'amore.

Questo Scirocco asciuga le meningi
e il sangue lento porta la mestizia
oltre il dovuto tra le mani nude.
Ora la pioggia lava anche la terra,
che dal deserto è giunta a colorire
le strade nere ed i cipressi alti.

Sono nel vento le parole dette
confuse con le dolci sensazioni
di essere passati oltre il confine
della pazzia e dell'indiffernza.

Ora che soffia piano lo Scirocco,
ora che pioggia bagna le mie mani
ora che la mia testa cambia vita,
sorridi cielo e lascia la tristezza!

D'Africa il rosso tinge le colline
e non riscalda il cuore che ha sete
ci vuole l'acqua sulle zolle arse
perchè il fungo dia il suo profumo.

martedì 19 novembre 2013

Il guerriero nasconde ciò che ha dentro


" Sei molto debole ora, e il combattimento diventa sempre più difficile. 
  Chiudi le porte nascondi ciò che hai dentro. La vita è preziosa e non
  merita di essere abbandonata nelle mani di demoni indegni.
  Ritirati, riunisci gli eserciti e soltanto allora parti in cerca delle ombre.
  Non prima.
  Mai prima! "

da " L'oracolo del guerriero" di Lucas Estrella - TEA

  

sabato 16 novembre 2013

sull'inutilità della storia


" Il tempo insegna solo quello che gli uomini sono disposti ad imparare, se così non fosse, il mondo oggi sarebbe retto da regole morali ineccepibili, democratiche, in armonia con la natura tutta".

sull'erudizione

" L'erudizione si alimenta di pensieri altrui che, se uniti ad una ferrea memoria, millantano una buona cultura".

da " FABULAE" - di Annamaria Barreca - Ibiskos Editrice- Empoli (FI) - 2006   

lunedì 11 novembre 2013

poesie


Il caldo alito
infoca le stoppie
lascia polvere dorata
su scheletri di barche...

          *****

All'ombra dell'ulivo
riposo.
Lo sguardo
a colline brulle
agavi puntute
profumi di zagare.
Dimentico
quanto poco valga
la vita di un uomo
il sangue versato
su questa terra fatale.
Dimentico
all'ombra dell'ulivo.

da "Terragra" - Reggio Calabria - 2009 - a cura del Circolo Rhegium Julii

domenica 10 novembre 2013

idee....


idee
idee perdute
ritrovate sull'ali
d'un tabano
molestia al
silenzio quotidiano
                zzz...zzz...zzz...
                                 idee
                     idee seguite
          trascurate su ripari
                        di soffitte
                   dorate tracce
            alle mie sconfitte

                * * * *

intenerita
    da irsute
       deduzioni
             bracco
         di versi
      piume
il calamo lamenta

da "canti scapigliati" - Città del Sole Edizioni - Reggio Calabria -2008

lunedì 4 novembre 2013

poesia dell'autunno...


Una strana luce grigiastra rende i contorni delle case e degli alberi quasi evanescenti...L'autunno avanza con le sue foglie ondeggianti e variegate che, una volta posatesi, danno vita ad un tappeto
dai colori più cangianti - rossastro, avorio, giallo, verde spento - che scricchiola allegramente sotto le mie scarpe. Tutto appare quasi ovattato: i suoni non lacerano più i miei timpani, il sole, quando sfida le nubi, è caldo ed accogliente, in casa si cucinano piatti che sanno di famiglia e di allegrezza: funghi trifolati, polenta "concia", castagnaccio riempiono la saletta di fragranza e scaldano il cuore...Un bicchiere di un buon vino novello lascia lontana la malinconia, mentre l'aria di Natale già aleggia intorno.

mercoledì 30 ottobre 2013

da " Vuoti a perdere"....


da "Vuoti a perdere" di Annamaria Barreca - Laruffa Editore - Reggio Calabria - 2013  (pag.37)

"Quanti uomini ho amato? Me lo chiedo adesso che il fermotempo lascia spazio alla mente pensante, capace di rielaborare emozioni attraverso il filtro della malattia e dell'età. La malattia sono costretta a subirla, l'età mi affligge poco.
Donna senza tempo amo definirmi. Gli anni hanno provato a sottomettermi e qualche volta ci sono riusciti, ma il tutto ha avuto la brevità di vita di una farfalla. Padrona della mia esistenza, questa la mia filosofia  e dell'esistenza hanno fatto parte gli uomini che, nel lungo andare, ho finito col considerare vuoti a perdere, come le bottiglie di birra, di latte, di vino: necessarie per soddisfare arsure ed appetiti, ma altrettanto ingombranti da tenere riposte sugli scaffali di una dispensa o in una cassetta vuota posta in un angolo di un remoto ripostiglio
Una cantinetta mi apre la sua porticina, sono costretta a chinarmi per potervi entrare, come il grande poeta quando si ritirava nel suo laboratorio di scrittura. All'interno sono allineate ancora bottiglie con etichette polverose, alcune già stappate, altre da stappare: Francesco - annata 1985, 1986 - due bottiglie di ottima qualità; Mario - annata 1987 - una sola bottiglia di pessimo vino; Vladimiro - annata 1988,1989 - due bottiglie pregiate e rare; Ivano - annate dal 1989 al 1995 - sei bottiglie, non tutte della stessa qualità  e pregio, spesso dal sentore di tappo; Daniele - annata 1996 - più di una dozzina di bottiglie di vino da meditazione...

martedì 29 ottobre 2013

ci sono giornate....

Ci sono giornate in cui non senti il bisogno di comunicare, il tempo scorre, tra affanni e mollezze del quotidiano. Gli anni che passano lasciano segni profondi sia nel corpo che nello spirito, ma alla mia età posso dirmi quasi in pace con la mia natura. Dico quasi perchè lo spiritello errante e malinconico che si è accomodato in un angolino remoto, ogni tanto smania e tende a venir fuori...Bisogna compatirlo ed amarlo per quello che è: uno spiritello errante e malinconico che, in un passato ormai a me lontano, ha vissuto momenti di grande inquietudine ed insoddisfazione che riusciva a trasmettermi, sino al punto da tenermi in sua balìa.
Oggi tutto si è quietato, accetto la mia natura, quello che sono stata, quella che sono e quello che sarò...ho imparato che c'è sempre tempo in questo nostro infinito mare di niente, nel quale navighiamo spavaldamente o arranchiamo come vecchi capitani che hanno smarrito il coraggio.

giovedì 24 ottobre 2013

frammenti di saggezza di Paulo Coelho


pensieri di  Paulo Coelho.

SAGGEZZA

La nostra età dipende dal modo in cui viviamo.
Possiamo diventare come una città fantasma.
Oppure come un albero, che continua ad
essere importante anche quando non riesce
più a stare dritto.

da Cronaca - Riflessioni sull'età



Senza volere, iniziò a scoprire la presenza di Dio in tutto ciò che faceva.
Ogni tavolo che montava, ogni sedia che intagliava, gli permettevano
di capire che la vita è sacra, e come anche le piccole cose sono importanti
nella trasformazione dell'Universo.
Il suo lavoro tornò ad essere l'apprendistato più grande, nulla era inutile
e ciascun momento serbava in sè l'eternità e la Creazione.

da Monte Cinque

mercoledì 23 ottobre 2013

uomini donne e .....


da " uomini donne e" di Annamaria Barreca - Città del Sole Edizioni - Reggio Calabria

" Un passo dopo l'altro
   stropicciando le brache
   i muscoli vigorosi
   il tacco a spillo ondeggiante
   parlottano testicolini
   sotto il bicipite infuriato.
   Gallo evirato
   lubrifichi l'asta d'acciaio
   i guanti mozzi
   la cintura di zurrone...
   Inspira
             espira
  il petto turgido zampilla
  latte di montone
  avanti
           indietro
  ancheggi sculetti
  ah pizzicore intrigante!
  Un baffo una barbetta
  leggero frollo amabile...
  Il fagottino sbircia timido:
  pene
  l'equivoco dev'essere chiarito
  pene
  sono quelle sofferte
  per sostenere l'equivoco.
  La mamma ti rimproverava:
  " Franz tesoro non toccarti!"
  Tocca la mamma Franz
  è morbida calda pelosa...
  La mamma era sul letto
  l'uomo bovino mugolante
  sulle carni burrose..
  " Odio la mamma..."
  pensavi tendendo lo stoppino stentato.
  Inspira
            espira
  la fascia sui riccioli bruni
  il boa di struzzo azzurrato
  la gonna breve
  il bocchino tra dita nervose
  le labbra di fragola...
  " Franz tesoro non toccarti..."
  Solo con lo specchio
  che riflette i tuoi languori
  il garretto popputo
   il regicalze minuto...
   " Odio la mamma..."

dicevi mentendo a te stesso
avvilito per la tua natura temesti il ripudio
ti negasti a tutti rivelandoti solo allo specchio
la tua anima vibra altissima oltre la tua sofferenza
confutata da quanti riconoscono in te il loro lato oscuro
il piacere ti ha segnato
segna ogni giorno le tue carni
ti confonde ottunde il tuo spirito l'oltraggia
più di quanto non facciano barbagianni imparruccati
pronti a lanciare lo strale su un bersaglio facilmente esposto
barbagianni imparruccati che celano la loro vera natura
cos'è la normalità?
dove si cela? 
tra le pieghe di pantaloni qualciti o sotto le gonne di donne furenti?
insignificanti le risposte
tu esisti leggero frollo amabile 
come i baffi del tuo ultimo amante  
    
 
  

domenica 20 ottobre 2013

" Vuoti a perdere"


da " Vuoti a perdere" di Annamria Barreca - Laruffa Editore  - Reggio Cal.  2013

" Di voglie non ne avevo più: la relazione con Ivano era bastata a spegnerle tutte; il sesso mi agghiacciava, mi metteva difronte l'altra me stessa, quella con cui volevo troncare i rapporti, troppo edonista, capace di rincorrere solo il proprio piacere inappagato, ero stanca d'inseguirla, rivendicavo la totale indipendenza...Ci provai e ci riuscii... La mia vita prese a muoversi su binari lineari: mia figlia era felice di vedermi serena, sorridente. Si era laureata ed era in procinto di partire per New York, una vacanza durante la quale si sarebbe guardata intorno per vedere se era possibile lavorare nella City, l'abilità e le competenze acquisite con gli studi universitari ed un dottorato superato a pieni voti le consentivano di poter ambire ad una sistemazione consona alle sue aspettative.
Fui felice per lei, non era il mio clone però aveva ereditato i miei geni positivi quanto a determinazione ed ambizione! Dopo la sua partenza mi ritrovai sola e tale solitudine fu la chiave di volta per un nuovo inizio.
Ricominciavo da me: era gratificante! "

giovedì 17 ottobre 2013

sostiene Pessoa...


dal " Libro dell'inquietudine" di Fernando Pessoa

" I sentimenti più dolorosi e le emozioni più pungenti, sono quelli assurdi: l'ansia di cose impossibili, proprio perchè sono impossibili, la nostalgia di ciò che non c'è mai stato, il desiderio di ciò che potrebbe essere stato, la pena di non essere un altro, l'insoddisfazione per l'esistenza del mondo.
Tutti questi mezzi toni della coscienza dell'anima creano in noi un paesaggio dolorante, un eternotramonto di ciò che siamo.
Il sentirci è allora un campo deserto che imbrunisce, triste di giunchi accanto a un fiume senza imbarcazioni, nereggiando chiaramente fra rive lontane".

domenica 13 ottobre 2013

questione di ...fede!


da " Arcipelago Alfa" di Annamaria Barreca - Edizioni Tracce - Pescara

" Ripercorro deserti
   con addomi empi 
   del figlio di Dio.
  Nè pastori a riceverlo
  nè greggi a scaldarlo...
  Vorrei quel seme 
  nel mio uterile sterile
  culla al Cristo
  venuto a benedire 
  le mie labbra pietrificate." 

da " Canti scapigliati" di Annamaria Barreca . Città del Sole Edizione - Reggio Calabria

" Quando s'incontrarono
   le nostre strade? 
   Seppi di te ancor tenera...
   Gli anni incisero
   sulle mie carni il marchio
   dell'agnello sacrificale
   rifugio ad un'esistenza imbelle.
   Tu resistesti riparato
   in fondo ad un ventricolo..."

 

martedì 8 ottobre 2013

pensando a mia madre...

da " uomini donne e.." di Annamaria Barreca - Città del Sole Edizioni - RC - 2008

rifugio
di speranze tacite
dagli anni disillusa
                     amata
ora che gli anni
senza più ruggire
lasciano stanchi passi
in solitaria dimora

 così ti vissi da quando ebbi la capacità di elaborare autonomamente
fu un vivere perennemente in bilico 
tanto da far nascere in me un costante senso di precarietà
bellissima impeccabile sempre dolce nell'eloquio
curata e raffinata mai depressa o triste
eri spudoratamente " perfetta ed amabile"
un mostro sacro da emulare a fatica
perchè la mia indole era l'esatto opposto della tua
intraprendesti una crociata con il preciso intento
di trasformare l'istrice
che a tuo dire era in me
in un cincillà
trascorsi quasi mezzo secolo cercando di imitarti
il risultato fu assolutamente disastroso
non si può fingere di essere quel che non si è
la forzatura genera comportamenti squilibrati e squilibranti
che finiscono col confondere
sino a distruggere la vera personalità
in me convivevano una due tre donne
tutte alla ricerca di una identità
che avrebbe dato loro un senso di appartenenza
così finii per non averne alcuna  e
probabilmente per viltà condussi la mia esistenza
reprimendo ogni stato d'animo
ogni azione che avrebbe potuto avere conseguenze
Quando ti riconobbi come madre?
dopo la morte di mio padre
oggi sei il mio punto di riferimento fermo e forte
oggi che hai ottant'anni pavento l'ora della tua morte
non mi è di conforto pensare che hai avuto una vita serena
piena d'amore di gioie
che ti hanno permesso di sopportare stoicamente
tutti gli accadimenti dolorosi che nel tempo ti hanno provata
no non mi è di conforto
più trascprrono gli anni e più mi lego a te
mi sono riappropriata del cordone ombelicale
me ne sono cinta a doppio giro
qualche tempo addietro mi hai raccontato di quando
fosti colpita dalla " blefarite" e di come riuscisti
ad accendere la cucina a carbone nonostante il bendaggio agli occhi
ti ha immaginata nella vacchia umida stanza della nostra prima casa
ed improvvisamente ti ho vista quale sei sempre stata
una donna coraggiosa e bella
d'una bellezza interiore che irradiava tutto il corpo
che pareva biondeggiare nel cielo verdazzurro dei tuoi occhi
mi sono sentita cattiva stupida per averti giudicata e condannata
in nome di una sterile gelosia edipica che ha consumato
i miei anni migliori
impedendomi un sano rapporto madre-figlia
equilibrio alla mia natura irrequieta
gli anni continueranno a scorrere
forse io ti sopravviverò
forse scientemente farò tesoro di tutte le parole da te dette
ti chiederò di darmi
lì dove sarai
un po' del tuo coraggio
ed avrò cura di me fino a diventare tanto bella
da biondeggiare nel cielo verdazzurro dei miei occhi

sabato 5 ottobre 2013

leggendo Pessoa....


da  " Il Libro dell'inquietudine" di Fernando Pessoa...

" Ho vissuto tanto senza aver vissuto! Ho pensato tanto senza aver pensato! Mondi di violenze immobili, di avventure trascorse senza movimento, pesano su di me. Sono stanco di ciò che non ho mai avuto e che non avrò, stanco di Dei che non esistono. Porto con me le ferite di tutte le battaglie che ho evitato. Il mio corpo è dolorante per lo sforzo che non ho nemmeno pensato di fare".

venerdì 4 ottobre 2013

a proposito di Francesco...


da " Io Sono...En Soph" di Annamaria Barreca - Laruffa Editore - Reggio Cal. 2010


" Nell'aria le note di un cembalo diluiscono i pensieri connaturati alla mia natura malinconica. Mi lascio cullare dal loro abbraccio che scioglie ogni nervo, ogni muscolo, dalle tensioni giornaliere.Respiro la salsedine profumata di scoglio, di alghe mobili che giocano con pesci fiduciosi ed intraprendenti, per nulla impauriti dalla presenza di uomini e gabbiani che, con regolarità, pattugliano lo specchio d'acqua alla ricerca del pasto. Non si amano nè si odiano, sono indispensabili gli uni agli altri nella millenaria catena alimentare.
Un brivido e sono scossa dalla presenza di Francesco che mi dice:
"Chi siamo noi per poter dire cosa sia la vita e cosa sia la morte? Nessuno! E' inutile sperare nei miracoli.....il miracolo siamo noi con la nostra fede, la nostra umiltà, l' accettazione del nostro destino; la nostra parte caritatevole ci salva, quella malvagia ci distrugge".

mercoledì 2 ottobre 2013

alla mia terra...





 da " TERRAGRA"  a cura del Rhegium Julii -Reggio Calabria - 2009


TERRAMARA                                                       


 E’ questo il gusto che rimane sulle mie labbra quando assaporano l’acre tanfo della lupara, che s’apre a rosa, sulle carni innocenti o colpevoli di uomini non sempre d’onore .
                     “ ’ndrina, ‘ndrina, ‘ndrina,
                         fai la nanna
                         bella bambina …”
   E questa ‘ndrina, (sinonimo di malandrina ?) non è altro che una proliferazione del cancro che corrode, sino a tentare di distruggere, il tessuto sociale della mia terra. ‘Ndrangheta si intitola il cancro …Come un carcinoma polmonare, un osteosarcoma , un epitelioma sul labbro!
   Lo Stato, pensoso biasima, curioso osserva, latente e spesso assente bofonchia qualcosa tra scartoffie e forze dell’ordine indaffarate a compiere fermi ed arresti di presunti mafiosi, tanto un avvocato bravo – prima – ed un magistrato miope – dopo – provvederanno a rimetterli in circolazione e …tutto riprenderà il suo corso.
   La Famiglia s’unisce compatta come una pigna verde: tante ‘ndrine controllano il territorio.
  La parola famiglia sussulta, in consonanti e vocali, ricorda la Sacra Famiglia, la famiglia del coniugio: madre, padre, figli...
 Non questa famiglia, questa è un  insulto, uno sputo in faccia alla gente comune, perbene, con i problemi del quotidiano, pesanti e snervanti, ma con la gioia di sapere che ogni membro della stessa sarà pronto a sostenere l’altro nel bisogno. Unita nel bene e nel male, nella vita e nella morte.
   L’altra famiglia, invece, è unita nel male e nella morte. Una brutta copia a ricalco  che evidenzia  il marcio ed il demoniaco che alberga in ogni uomo.
 Appalti di lavori pubblici, estorsioni, sequestri di persona, contrabbando, traffico di stupefacenti, traffico d’armi – questo il passato consolidato.
  Smaltimento e riciclaggio di rifiuti tossici e non, erogazioni di acque potabili, accaparramento di servizi di pubblica utilità, traffico programmato di clandestini, nuove alleanze con la malavita estera – questo il presente tutto da organizzare: forse presto potremmo avere nuclei ecologici di stampo mafioso.
  Ma la popolazione onesta ed operosa cosa fa?
  Normalmente organizza qualche giornata di sciopero per ricordare ai mass-media che il problema non è stato risolto, si esprime in fiaccolate ricche di suggestione e di folcklore, protesta, ed attende speranzosa l’intervento dello Stato!

 *****



 "Già lontana la mia città
castigo e liberazione…
Splendida puttana
vestita di merda
paravento di paraculi
lacchè e saltimbanchi
che fanno la ruota al potere.
Politica e malaffare
intrallazzano spudorati
i rifiuti s’accatastano
a volte si bruciano
il loro puzzo
ammorba l’etere…
Nonostante la rimozione
carogne evanescenti
sono destinate a regnare".




lunedì 30 settembre 2013

da " Lamento d'anima errante"..........


V


"M'appresso all'ampio salone
che chiama
affilo la lama
immersa nel verde scenario
ne strappo il sipario
squadrate sedute con ansia
con noia con disprezzo
esigono il prezzo 
svolazza
la chioma brunastra
audace mantello di cagna di razza
stentato il sorriso
nel guardo nel viso
osservo d'intorno le frogi i calzari
rimondo una siepe
erigo tre altari
intanto la piccola dama 
mai doma mi dona
una pioggia di versi distratti
di fatti e misfatti
l'osservo mi turbo poi lesta
rifuggo dal verso
dal fatto mai letto
dal letto disfatto
raggiungo le scale e.....
...presunzione dell'erudizione!

da " Lamento d'anima errante" - Laruffa Editore --Reggio Calabria - 2012

sabato 28 settembre 2013

un pensiero di...


...di Jiddu Krishnamurti, filosofo indiano, nelle sue " Meditazioni sul vivere", relativo alla necessità di voler dimenticare o meno,  tutto ciò che c'è di inquietante nella vita, nostra e degli altri. Così egli si esprime:

"Non puoi riporre nuova vita in ciò che è passato e andato: lascia che il passato venga seppellito, non cercare di farlo rivivere. Sii consapevole che sei interessato a te stesso...Solo l'amore può purificare la nostra mente dalle ingegnose risoluzioni razionali che essa stessa racchiude nei suoi recessi più nascosti. L'unica via di scampo alla confusione ed alla sofferenza umananon sono certo le efficienti costruzioni  mentali che la mente stessa si crea: l'unica salvezza è l'amore".
 

mercoledì 25 settembre 2013

aforismi

da " FABULAE" di Annamaria Barreca - Ibiskos Editrice - Empoli (FI)
  
" La vita è un susseguirsi di incontri ed abbandoni".

" Sublime è l'arte del vivere, sovrumana quella del morire".

" La menzogna è un pozzo sul cui fondo galleggia la verità".

" Sapere di perdere arreca più sicurezza dello sperare di vincere".

" Non l'irrazionale bensì il supremo razionale ottenebra la mente".

 

sabato 21 settembre 2013

il figlio...


sogno concepito
dal mio cuore
fosti nel mio pensiero...
in te mi persi
e tu
seme sperduto
alfin sei nato
sicchè ora prego...

prego oggi come ieri
come ogni altro giorno che mi vedrà tua madre
prego perchè questo solo posso fare 
ora che le nostre strade si sono separate 
ero preparata al fatto che il pulcino avrebbe avuto grandi ali per volare
e tu voli alto amore talmente tanto che nessuno riesce a scorgerti
e si convince che invece sei quì a pochi passi 
intento a chattare su internet 
a leggere un libro
gli alti picchi sono per pochi eletti
il tuo respiro ti innalza oltre le umane miserie
ti rende immune insensibile invisibile
un giorno ti chiederò di prendermi nel tuo volo
un giorno mi convincerò che ciò non è possibile
perchè io e te abbiamo già percorso quel tratto di vita  che ci voleva insieme
nel profondo so che il nostro legame è assoluto inscindibile
mi compiaccio per la tua natura
comprendo d'aver dato vita alla parte migliore di me stessa
hai spuntato le frecce nella mia faretra
mi hai reso fragile e determinata nel ruolo di madre
l'unico che armonizza con l'irrequitezza  del mio essere
camminerò ombra nell'ombra
sarò quella presenza assenza che ti impedirà di maledirmi
quando il tuo essere figlio ti porterà a farlo
non ti giudicheò nè condannerò comunque tu agisca
perchè i miei leucociti riconosceranno i tuoi fagociti
le mie e le tue piastrine faranno all'amore
rinnovando il patto sigillato nel momento della procreazione

giovedì 19 settembre 2013

i poeti...



" I poeti lavorano di notte"

I  poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.

I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.

Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore 
di una dorata cupola di stelle.

da  " Destinati a morire" di Alda Merini


" Tocco Divino"

Potrei chiederti:
" Poeta perchè scrivi? 
Ripetuti concetti le risposte
solito divagare...
Il mistico pensiero appare
quando silenzi parlano.
Tocco divino.

da " Arcipelago Alfa" di Annamaria Barreca

martedì 17 settembre 2013

per Francesco...


Vibrante come tasto sotto il dito
la penna suda in mano allo scrittore.
Participio passato della sera
infiamma del ricordo il foglio ossuto
e limita il vagare dei ricordi.
Si innalza il canto della prateria.
Dal cielo arriva voce di Maestrale,
ma cumuli di nettare non danno
la pace in bocca a trepidi guerrieri.
Sulle passate gioie e sul perdono
mano di donna ferma la sua furia.
Se dell'informazione non c'è meglio
il peggio fronda tra le concorrenti.
Baciamoci! la lingua sia la strada,
che trema al tocco stanco della sera.
Ho tramutato in vetro il canto tuo
sì fragile sarà e non per tutti.

da " Abadir " di Francesco Idotta - iiriti editore - Reggio Calabria -2006

domenica 15 settembre 2013

Nel mezzo del cammin.....


" Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
che la diritta via era smarrita".

Questi versi mi echeggiano dentro quasi ossessivamente. E' deformazione professionale, mi dico, insegno Lettere, o forse è che più li leggo più penetro l'infinita sapienza e l'orrore che siffatte parole suscitano in me.
Mi trovo nel mezzo del cammino, come dante, e mai come adesso avverto l'asprezza della selva in cui mi muovo, vittima della mia condizione, della mia sensibilità che mi fa essere estraneo al contesto in cui vivo. Ho quarant'anni e mi chiamo Matteo. ma per tutti sono solamente Teo, come quello del ben noto mandarino della commedia musicale.
Insegno in un Liceo e piaccio ai miei alunni perchè, dicono, sono " fuori dalle righe". Non mi dispiace sentirmi dire così, l'allineamento mi ricorda birilli da atterrare, soldatini da abbattere, paletti da evitare. Sono uno spirito libero ed amo volare alto, sono un falco pellegrino che non ghermisce piccoli animali ignari per nutrirsi, sono atipico, vegetariano, preferisco la buona frutta saporosa, le bacche gustose, tutt'al più, quando sono in vena di trasgressione, ardisco lanciarmi in picchiata su qualche nido e rubare qualche ovetto sfuggito alla cova.
Sono alieno al mio mondo ordinato, consueto: mamma, papà, una serie di zii e cugini...i nonno sono morti e mi visitano solo in sogno. Lascio fluire la vita tra l'insegnamento, la palestra, qualche uscita con amici. Sono magnficamente insoddisfatto e sanamente infelice: single, scapolo, zitello, non ho la ragazza, e come potrei averla?
Sono gay, omosessuale, finocchio...come preferite!
Questa è la mia " selva oscura" e non so quale sia la "diritta via", se quella della normalità eterosessuale o quella della normalità omosessuale....Di certo questa via è smarrita e sono anni che brancolo alla ricerca del bandolo della mia matassa esistenziale, avvoltolata alla meno peggio e piena di nodi. Prima o poi dovrò decidermi a dipanarla, disfare i nodi e raggomitolarla". ( pag.59 e seg.)

da "Vuoti a perdere" di Annamaria Barreca - Laruffa Editore - Reggio Calabria - 2013

sabato 14 settembre 2013

da oggi ferve la festività....


TERRINFESTA

Colori, sapori, emozioni...Desiderio di vivere, oltre le difficoltà, oltre le sofferenze, è ciò che la gente di questa terra vuole, per esorcizzare il male e ritrovare l'ingenua felicità del fanciullo, ancora ignaro della vita. Con un sentimento intriso di sacro e profano si cerca, e si trova, l'occasione per festeggiare ora una ricorrenza liturgica ora il santo patrono del luogo.Tutte le città ed i paesi di questo territorio si mettono alla prova, nei vari momenti dell'anno e danno vita ad una sarabanda di suoni e  profumi coinvolgenti.
Vi dirò , allora, di una di queste feste...
" Chi terremoti, ca guerra e ca pàci, sta fèsta si fici, sta fèsta si fàci" ! ( con i terremori, con la guerra e con la pace, questa festa si è fatta, questa festa si fa!)
Così, dal 1636, ogni anno si ripete il rituale che vede la gente della città della Fata Morgana recarsi, con devozione, al Santuario nel quale è ricoverata la sacra effigie della Madonna della Consolazione.
" Fèsta Marònna", è detto popolarmente questo evento, ed ogni secondo sabato del mese di Settembre a Reggio Calabria  una moltitudine di esseri umani si reca presso la Basilica dell'Eremo, che dall'alto guarda benevola ed attende che il quadro della Vergine, che sorregge Gesù Bambino, montato su una Vara monumentale, scenda in città per giungere al Duomo cittadino, dove rimarrà esposta sino alla domenica successiva al 21 novembre, data in cui, con una processione imponente, farà ritorno al suo Eremo.
Storia e leggende si inseguono ds secoli: pestilenze, assedi, terremoti, carestie...Avvenimenti che la misericordia di questa Vergine avrebbe trasformato in miracoli che la gente del luogo non dimentica, anzi vivifica ogni anno.
La notte che precede la processione un gran numero di fedeli rimane raccolto in preghiera nella Basilica mentre fuori i portatori della Vara suonano e ballano la tarantella in attesa del nuovo giorno che saluterà la Vergine con un tripudio di giochi pirotecnici e botti.
La città si veste a festa: ogni angolo, ogni via, diviene un palcoscenico per spettacoli variegati. Musica di ogni genere, danze popolari, rappresentazioni testrali, Luna Park, bancarelle, golosità gastronomiche tipiche quali le frittole ( carne, interiora, piedi....insomma tutto il maiale) e le nzuddhe ( un dolce paricolare a base di miele ed aromi vari...molto gustoso). Palloncini, zucchero filato, s'uniscono alle risate della gente che non rinuncia a rimanere con il naso per aria per assistere allo spettacolo pirotecnico, sempre più curato e raffinato, che si terrà alla mezzanotte del martedì successivo, e che strapperà loro un ohhhh!!!!!!!!!! di vera gioia che, almeno per quella sera, allontanerà i problemi del vivere quotidiano.

da " TERRAGRA" di Annamaria Barreca, a cura del Circolo Rhegium Julii - Reggio Calabria- 2009
 



 

venerdì 13 settembre 2013

preparandoci alla " Festa Madonna".


E' un tuffo nella mia terra, quello di oggi e di domani, che festeggia la Madonna della Consolazione: una venerazione, questo culto che si perpetua da centinaia di anni. Così l'ho letta in chiave poetica

 "Mieteva anime e corpi
l'orrido flagello
alle ignare genti
che in preghiera congiunte
di lacrime levavano alti 
i canti all'amata Madre ritratta
frutto di Capriolo e
il suo pennello.
Mesto in ritiro il fraticello
dinanzi a Lei chinato
cingendo i grani d'un rosario
implorava l'aiuto beato.
Ella non resistette e
con voce soave
a lui annunciò la fine del tormento.
Cessò la peste e
con essa ogni altro male.
Regale il volto
da infiniti lustri
benigna guarda 
dal romito colle".

da " TERRAGRA" di Annamaria Barreca -

giovedì 12 settembre 2013

passeggiata a Lodi.....


...riprendo i miei itinerari alla scoperta del territorio lombardo, mia nuova terra di residenza.
Oggi è la volta di Lodi: un piccolo monile incastonatonel territorio che da Milano scende verso Cremona.
Il centro storico, raccolto e prezioso, si offre al viaggiatore che ne assapora il tempo lento, che lo conduce per i lunghi viali ombrosi del parco moderno - che scorre come un fiume nel centro della città nuova: giardini curati, fiori discreti, cascatelle d'acqua, alti zampilli, alberi imponenti che fungono da rifugio a giovani, novelli Tarzan, alla ricerca di frescura, bambini festanti in mezzo ad un via vai di biciclette che vedono al manubrio individui di tutte le razze e di tutte le età - sino alla piazza dove la cattedrale si erge maestosa e fiera.
Una piaza ampia e spartana, quadrangolare, in cui ogni lato è costituito da portici signorili. Il vocìo è appena un sussurro, il profumo dei dolci alle mandorle s'unisce a quello dei fiori, esposti con gusto e sobrietà.
Poco lontano, si vede il Torrione del Castello, con quel che resta della sua cinta muraria e, quello che un tempo fu il fossato oggi è un ubertoso prato in cui torreggiano alberi  maestosi, uno dei quali si protende, come braccia d'antica castellana prigioniera, verso l'esterno del muro di cinta sino a lambirlo, con un urlo di ritrovata libertà!

L'oracolo del Guerriero


12
Il Guerriero sbarra il passo

Basta! Hai aspettato abbastanza.....Adesso devi agire. L'avversario ha calpestato ogni persona e dignità che ha incontrato sul suo percorso. Si è lasciato dietro molte lacrime e frustrazioni, eppure non prova alcun rimorso. Devi porre fine a questa situazione.....Affrontalo e sbarragli il passo. Se non lo fai altri innocenti continueranno a soffrire...Se lo affronti risulterai sempre vittorioso...succeda quel che succeda!
14
 Il Guerriero combatte

Combatti senza rabbia. Se la ferocia e la crudeltà si impossesseranno di te...sarai perduto. Ti trasformerai in quello contro cui tu ora combatti e il lato oscuro avrà il sopravvento. Dopo aver trionfato, ritirati in silenzio. Non c'è nulla da festeggiare.
 

martedì 10 settembre 2013

omaggio alla mia terra...


" E' il profumo, il calore della mia terra che porto dentro, come linfa, e m'avviluppa imbrigliando la mia energia per trasformarla in perle nere adagiate sui fondali opalescenti dei miei mari.
E' l'antico canto delle Sirene che ammaliarono Ulisse ed io, novello Odisseo, mi lascio andare e le Moire non compiranno scempio nè Cariddi m'atterrerà sulle frange dell'onde che mi rovesceranno nel ventre di Scilla. Là le fauci degli immondi animali perderanno gli acuminati denti e lingue fedeli lambiranno le ferite che la furia delle maree avrà inciso sulla mia pelle.
Stringerò in un abbraccio senza tempo miti e leggende, suggendo il nettare stillato dalle laboriose  mani del contadino poeta che giace ai piedi del fico, teneramente avvinto alla vite.

Arde sotto raggi cocenti
la grande distesa.
Cespugli di cardi
conchiglie
portate da onde sorelle.
Bianchi gabbiani
veleggiano
a ghermire la preda.
Dal mare s'alza
lenta caligine
che
in chiaroscuro disegna
fantasma d'isola. "

da "TERRAGRA" di  Annamaria Barreca  - a cura del Circolo Rhegium Iulii -Reggio Calabria - 2009 

lunedì 9 settembre 2013

L'oracolo del guerriero


10
Il guerriero resta vigile

Fa' in modo di avere il cuore sempre pulito, libero e leggero. Stai andando dove vuoi tu? O ti lasci semplicemente trasportare? In che misura hai rinunciato a te stesso?In quali questioni importanti hai fatto delle concessioni?.......Conservi ancora la dignità che caratterizza ogni Guerriero? .....
Un Guerriero è sempre vigile. Un Guerriero tiene gli occhi aperti.

                                                                                                                               continua

In viaggio....




"Squarcia il mio buio
questo cielo sfolgorante
d'azzurro intenso
caduto sul verde
curato o sciatto che sia.
Lascia dietro aromi intensi
come intense sono
le pagine della mia vita.
L'abisso cobalto
appena aggrondato
culla gusci variopinti
sparsi dall'insana urgenza
di dominio.
Il mio è un guscio
di noce stantìa
il frutto s'è sperso
nel crepuscolo del tempo "

da " Il cielo a strisce" di Annamaria Barreca

domenica 8 settembre 2013

Il viaggio....riflessioni.


Quando è cominciato il tutto? Inane la risposta.
Spersi nel tempo e nello spazio navighiamo da sempre. Anime vecchie ci aggiriamo in attesa di morti e di resurrezioni. Dimentichi, esanimi, in attesa di corpi in cui sostare per riprender altre rotte, in un viaggio, oltre i mondi, che spinge all'indagine, all'espiazione.
E' un circolo virtuoso che attraverso i vizi umani tende al culmine.
E' un infinito riandare senza approdo.

L'oracolo del Guerriero...


3
Il Guerrieo si mette in viaggio

Ti sei trattenuto troppo in questo luogo. Devi partire...Rinuncia al superfluo, porta con te...il tuo cuore, il tuo spirito e il tuo corpo....Metti tutto in ordine prima di andartene. Chiudi i cerchi. non fuggire. Abbandona semplicemente questo luogo, questa situazione. Incontrerai sicuramente nuovi compagni di viaggio.
Un giorno, forse, tornerai.

4
Il Guerriero mostra ciò che ha dentro

Perchè indossi l'armatura? Perchè hai tanta paura?
Apri il tuo cuore al Sole e alla vita perchè il mondo possa riflettersi in te. Se sei amareggiato, apriti. La luce arriverà dolcemente. Se sei felice, apriti. La luce scorrerà dolcemente........
Vivi con la verità. Se qualcuno merita freddezza, che la riceva. Se qualcuno merita calore, lo deve ricevere. Accarezzare quando si deve accarezzare. Colpire quando si deve colpire.
Per quanto ti possa far male, vivi con la verità. Questo è il Cammino del Guerriero.

5
Il Guerriero cerca suo fratello

Il Cammino ti impegnerà tutta la vita. E' bene viaggiare in compagnia. Cerca un fratello come compagno di viaggio.........quando sarà stanco, dovrai continuare a remare. Quando dormirai, egli starà sveglio. Quando uno inciamperà, l'altro sarà lì ad aiutarlo.....Condividerete il sacro ed il profano, ciascuno con la sua vicenda, i suoi amori e i suoi bisogni....Anno dopo anno compirete insieme il Cammino, schiena contro schiena.....E un giorno, al termine delle vostre vite, sarete uno accanto all'altro a contemplare il Sole che tramonta nel deserto silenzioso.

6
Il Guerriero raduna gli eserciti

Fai del tuo cuore, del tuo spirito e del tuo corpo una cosa sola. Allineali, raccogliti, inspira.
Non disperdere le forze. Non abbandonarle al lato oscuro.....Se lo farai il Demone ti schiaccierà come un acino. La tua vita dipende da quello che farai....non è un gioco.....riorganizza, metti a fuoco e lanciati nel vuoto. Soltanto così potrai restare integro.

7
Il Guerriero spezza le catene

Per molto tempo sei stato schiavo della tua debolezza.....non puoi però ignorare la tua voce interiore....Accetta la tua condizione di Guerriero.....Brandisci l'ascia e spezza le catene. Soltanto allora sarai libero.
                                                                                                                                    continua