in sospensione tra cielo e terra...

in sospensione tra cielo e terra...

mercoledì 30 ottobre 2013

da " Vuoti a perdere"....


da "Vuoti a perdere" di Annamaria Barreca - Laruffa Editore - Reggio Calabria - 2013  (pag.37)

"Quanti uomini ho amato? Me lo chiedo adesso che il fermotempo lascia spazio alla mente pensante, capace di rielaborare emozioni attraverso il filtro della malattia e dell'età. La malattia sono costretta a subirla, l'età mi affligge poco.
Donna senza tempo amo definirmi. Gli anni hanno provato a sottomettermi e qualche volta ci sono riusciti, ma il tutto ha avuto la brevità di vita di una farfalla. Padrona della mia esistenza, questa la mia filosofia  e dell'esistenza hanno fatto parte gli uomini che, nel lungo andare, ho finito col considerare vuoti a perdere, come le bottiglie di birra, di latte, di vino: necessarie per soddisfare arsure ed appetiti, ma altrettanto ingombranti da tenere riposte sugli scaffali di una dispensa o in una cassetta vuota posta in un angolo di un remoto ripostiglio
Una cantinetta mi apre la sua porticina, sono costretta a chinarmi per potervi entrare, come il grande poeta quando si ritirava nel suo laboratorio di scrittura. All'interno sono allineate ancora bottiglie con etichette polverose, alcune già stappate, altre da stappare: Francesco - annata 1985, 1986 - due bottiglie di ottima qualità; Mario - annata 1987 - una sola bottiglia di pessimo vino; Vladimiro - annata 1988,1989 - due bottiglie pregiate e rare; Ivano - annate dal 1989 al 1995 - sei bottiglie, non tutte della stessa qualità  e pregio, spesso dal sentore di tappo; Daniele - annata 1996 - più di una dozzina di bottiglie di vino da meditazione...

martedì 29 ottobre 2013

ci sono giornate....

Ci sono giornate in cui non senti il bisogno di comunicare, il tempo scorre, tra affanni e mollezze del quotidiano. Gli anni che passano lasciano segni profondi sia nel corpo che nello spirito, ma alla mia età posso dirmi quasi in pace con la mia natura. Dico quasi perchè lo spiritello errante e malinconico che si è accomodato in un angolino remoto, ogni tanto smania e tende a venir fuori...Bisogna compatirlo ed amarlo per quello che è: uno spiritello errante e malinconico che, in un passato ormai a me lontano, ha vissuto momenti di grande inquietudine ed insoddisfazione che riusciva a trasmettermi, sino al punto da tenermi in sua balìa.
Oggi tutto si è quietato, accetto la mia natura, quello che sono stata, quella che sono e quello che sarò...ho imparato che c'è sempre tempo in questo nostro infinito mare di niente, nel quale navighiamo spavaldamente o arranchiamo come vecchi capitani che hanno smarrito il coraggio.

giovedì 24 ottobre 2013

frammenti di saggezza di Paulo Coelho


pensieri di  Paulo Coelho.

SAGGEZZA

La nostra età dipende dal modo in cui viviamo.
Possiamo diventare come una città fantasma.
Oppure come un albero, che continua ad
essere importante anche quando non riesce
più a stare dritto.

da Cronaca - Riflessioni sull'età



Senza volere, iniziò a scoprire la presenza di Dio in tutto ciò che faceva.
Ogni tavolo che montava, ogni sedia che intagliava, gli permettevano
di capire che la vita è sacra, e come anche le piccole cose sono importanti
nella trasformazione dell'Universo.
Il suo lavoro tornò ad essere l'apprendistato più grande, nulla era inutile
e ciascun momento serbava in sè l'eternità e la Creazione.

da Monte Cinque

mercoledì 23 ottobre 2013

uomini donne e .....


da " uomini donne e" di Annamaria Barreca - Città del Sole Edizioni - Reggio Calabria

" Un passo dopo l'altro
   stropicciando le brache
   i muscoli vigorosi
   il tacco a spillo ondeggiante
   parlottano testicolini
   sotto il bicipite infuriato.
   Gallo evirato
   lubrifichi l'asta d'acciaio
   i guanti mozzi
   la cintura di zurrone...
   Inspira
             espira
  il petto turgido zampilla
  latte di montone
  avanti
           indietro
  ancheggi sculetti
  ah pizzicore intrigante!
  Un baffo una barbetta
  leggero frollo amabile...
  Il fagottino sbircia timido:
  pene
  l'equivoco dev'essere chiarito
  pene
  sono quelle sofferte
  per sostenere l'equivoco.
  La mamma ti rimproverava:
  " Franz tesoro non toccarti!"
  Tocca la mamma Franz
  è morbida calda pelosa...
  La mamma era sul letto
  l'uomo bovino mugolante
  sulle carni burrose..
  " Odio la mamma..."
  pensavi tendendo lo stoppino stentato.
  Inspira
            espira
  la fascia sui riccioli bruni
  il boa di struzzo azzurrato
  la gonna breve
  il bocchino tra dita nervose
  le labbra di fragola...
  " Franz tesoro non toccarti..."
  Solo con lo specchio
  che riflette i tuoi languori
  il garretto popputo
   il regicalze minuto...
   " Odio la mamma..."

dicevi mentendo a te stesso
avvilito per la tua natura temesti il ripudio
ti negasti a tutti rivelandoti solo allo specchio
la tua anima vibra altissima oltre la tua sofferenza
confutata da quanti riconoscono in te il loro lato oscuro
il piacere ti ha segnato
segna ogni giorno le tue carni
ti confonde ottunde il tuo spirito l'oltraggia
più di quanto non facciano barbagianni imparruccati
pronti a lanciare lo strale su un bersaglio facilmente esposto
barbagianni imparruccati che celano la loro vera natura
cos'è la normalità?
dove si cela? 
tra le pieghe di pantaloni qualciti o sotto le gonne di donne furenti?
insignificanti le risposte
tu esisti leggero frollo amabile 
come i baffi del tuo ultimo amante  
    
 
  

domenica 20 ottobre 2013

" Vuoti a perdere"


da " Vuoti a perdere" di Annamria Barreca - Laruffa Editore  - Reggio Cal.  2013

" Di voglie non ne avevo più: la relazione con Ivano era bastata a spegnerle tutte; il sesso mi agghiacciava, mi metteva difronte l'altra me stessa, quella con cui volevo troncare i rapporti, troppo edonista, capace di rincorrere solo il proprio piacere inappagato, ero stanca d'inseguirla, rivendicavo la totale indipendenza...Ci provai e ci riuscii... La mia vita prese a muoversi su binari lineari: mia figlia era felice di vedermi serena, sorridente. Si era laureata ed era in procinto di partire per New York, una vacanza durante la quale si sarebbe guardata intorno per vedere se era possibile lavorare nella City, l'abilità e le competenze acquisite con gli studi universitari ed un dottorato superato a pieni voti le consentivano di poter ambire ad una sistemazione consona alle sue aspettative.
Fui felice per lei, non era il mio clone però aveva ereditato i miei geni positivi quanto a determinazione ed ambizione! Dopo la sua partenza mi ritrovai sola e tale solitudine fu la chiave di volta per un nuovo inizio.
Ricominciavo da me: era gratificante! "

giovedì 17 ottobre 2013

sostiene Pessoa...


dal " Libro dell'inquietudine" di Fernando Pessoa

" I sentimenti più dolorosi e le emozioni più pungenti, sono quelli assurdi: l'ansia di cose impossibili, proprio perchè sono impossibili, la nostalgia di ciò che non c'è mai stato, il desiderio di ciò che potrebbe essere stato, la pena di non essere un altro, l'insoddisfazione per l'esistenza del mondo.
Tutti questi mezzi toni della coscienza dell'anima creano in noi un paesaggio dolorante, un eternotramonto di ciò che siamo.
Il sentirci è allora un campo deserto che imbrunisce, triste di giunchi accanto a un fiume senza imbarcazioni, nereggiando chiaramente fra rive lontane".

domenica 13 ottobre 2013

questione di ...fede!


da " Arcipelago Alfa" di Annamaria Barreca - Edizioni Tracce - Pescara

" Ripercorro deserti
   con addomi empi 
   del figlio di Dio.
  Nè pastori a riceverlo
  nè greggi a scaldarlo...
  Vorrei quel seme 
  nel mio uterile sterile
  culla al Cristo
  venuto a benedire 
  le mie labbra pietrificate." 

da " Canti scapigliati" di Annamaria Barreca . Città del Sole Edizione - Reggio Calabria

" Quando s'incontrarono
   le nostre strade? 
   Seppi di te ancor tenera...
   Gli anni incisero
   sulle mie carni il marchio
   dell'agnello sacrificale
   rifugio ad un'esistenza imbelle.
   Tu resistesti riparato
   in fondo ad un ventricolo..."

 

martedì 8 ottobre 2013

pensando a mia madre...

da " uomini donne e.." di Annamaria Barreca - Città del Sole Edizioni - RC - 2008

rifugio
di speranze tacite
dagli anni disillusa
                     amata
ora che gli anni
senza più ruggire
lasciano stanchi passi
in solitaria dimora

 così ti vissi da quando ebbi la capacità di elaborare autonomamente
fu un vivere perennemente in bilico 
tanto da far nascere in me un costante senso di precarietà
bellissima impeccabile sempre dolce nell'eloquio
curata e raffinata mai depressa o triste
eri spudoratamente " perfetta ed amabile"
un mostro sacro da emulare a fatica
perchè la mia indole era l'esatto opposto della tua
intraprendesti una crociata con il preciso intento
di trasformare l'istrice
che a tuo dire era in me
in un cincillà
trascorsi quasi mezzo secolo cercando di imitarti
il risultato fu assolutamente disastroso
non si può fingere di essere quel che non si è
la forzatura genera comportamenti squilibrati e squilibranti
che finiscono col confondere
sino a distruggere la vera personalità
in me convivevano una due tre donne
tutte alla ricerca di una identità
che avrebbe dato loro un senso di appartenenza
così finii per non averne alcuna  e
probabilmente per viltà condussi la mia esistenza
reprimendo ogni stato d'animo
ogni azione che avrebbe potuto avere conseguenze
Quando ti riconobbi come madre?
dopo la morte di mio padre
oggi sei il mio punto di riferimento fermo e forte
oggi che hai ottant'anni pavento l'ora della tua morte
non mi è di conforto pensare che hai avuto una vita serena
piena d'amore di gioie
che ti hanno permesso di sopportare stoicamente
tutti gli accadimenti dolorosi che nel tempo ti hanno provata
no non mi è di conforto
più trascprrono gli anni e più mi lego a te
mi sono riappropriata del cordone ombelicale
me ne sono cinta a doppio giro
qualche tempo addietro mi hai raccontato di quando
fosti colpita dalla " blefarite" e di come riuscisti
ad accendere la cucina a carbone nonostante il bendaggio agli occhi
ti ha immaginata nella vacchia umida stanza della nostra prima casa
ed improvvisamente ti ho vista quale sei sempre stata
una donna coraggiosa e bella
d'una bellezza interiore che irradiava tutto il corpo
che pareva biondeggiare nel cielo verdazzurro dei tuoi occhi
mi sono sentita cattiva stupida per averti giudicata e condannata
in nome di una sterile gelosia edipica che ha consumato
i miei anni migliori
impedendomi un sano rapporto madre-figlia
equilibrio alla mia natura irrequieta
gli anni continueranno a scorrere
forse io ti sopravviverò
forse scientemente farò tesoro di tutte le parole da te dette
ti chiederò di darmi
lì dove sarai
un po' del tuo coraggio
ed avrò cura di me fino a diventare tanto bella
da biondeggiare nel cielo verdazzurro dei miei occhi

sabato 5 ottobre 2013

leggendo Pessoa....


da  " Il Libro dell'inquietudine" di Fernando Pessoa...

" Ho vissuto tanto senza aver vissuto! Ho pensato tanto senza aver pensato! Mondi di violenze immobili, di avventure trascorse senza movimento, pesano su di me. Sono stanco di ciò che non ho mai avuto e che non avrò, stanco di Dei che non esistono. Porto con me le ferite di tutte le battaglie che ho evitato. Il mio corpo è dolorante per lo sforzo che non ho nemmeno pensato di fare".

venerdì 4 ottobre 2013

a proposito di Francesco...


da " Io Sono...En Soph" di Annamaria Barreca - Laruffa Editore - Reggio Cal. 2010


" Nell'aria le note di un cembalo diluiscono i pensieri connaturati alla mia natura malinconica. Mi lascio cullare dal loro abbraccio che scioglie ogni nervo, ogni muscolo, dalle tensioni giornaliere.Respiro la salsedine profumata di scoglio, di alghe mobili che giocano con pesci fiduciosi ed intraprendenti, per nulla impauriti dalla presenza di uomini e gabbiani che, con regolarità, pattugliano lo specchio d'acqua alla ricerca del pasto. Non si amano nè si odiano, sono indispensabili gli uni agli altri nella millenaria catena alimentare.
Un brivido e sono scossa dalla presenza di Francesco che mi dice:
"Chi siamo noi per poter dire cosa sia la vita e cosa sia la morte? Nessuno! E' inutile sperare nei miracoli.....il miracolo siamo noi con la nostra fede, la nostra umiltà, l' accettazione del nostro destino; la nostra parte caritatevole ci salva, quella malvagia ci distrugge".

mercoledì 2 ottobre 2013

alla mia terra...





 da " TERRAGRA"  a cura del Rhegium Julii -Reggio Calabria - 2009


TERRAMARA                                                       


 E’ questo il gusto che rimane sulle mie labbra quando assaporano l’acre tanfo della lupara, che s’apre a rosa, sulle carni innocenti o colpevoli di uomini non sempre d’onore .
                     “ ’ndrina, ‘ndrina, ‘ndrina,
                         fai la nanna
                         bella bambina …”
   E questa ‘ndrina, (sinonimo di malandrina ?) non è altro che una proliferazione del cancro che corrode, sino a tentare di distruggere, il tessuto sociale della mia terra. ‘Ndrangheta si intitola il cancro …Come un carcinoma polmonare, un osteosarcoma , un epitelioma sul labbro!
   Lo Stato, pensoso biasima, curioso osserva, latente e spesso assente bofonchia qualcosa tra scartoffie e forze dell’ordine indaffarate a compiere fermi ed arresti di presunti mafiosi, tanto un avvocato bravo – prima – ed un magistrato miope – dopo – provvederanno a rimetterli in circolazione e …tutto riprenderà il suo corso.
   La Famiglia s’unisce compatta come una pigna verde: tante ‘ndrine controllano il territorio.
  La parola famiglia sussulta, in consonanti e vocali, ricorda la Sacra Famiglia, la famiglia del coniugio: madre, padre, figli...
 Non questa famiglia, questa è un  insulto, uno sputo in faccia alla gente comune, perbene, con i problemi del quotidiano, pesanti e snervanti, ma con la gioia di sapere che ogni membro della stessa sarà pronto a sostenere l’altro nel bisogno. Unita nel bene e nel male, nella vita e nella morte.
   L’altra famiglia, invece, è unita nel male e nella morte. Una brutta copia a ricalco  che evidenzia  il marcio ed il demoniaco che alberga in ogni uomo.
 Appalti di lavori pubblici, estorsioni, sequestri di persona, contrabbando, traffico di stupefacenti, traffico d’armi – questo il passato consolidato.
  Smaltimento e riciclaggio di rifiuti tossici e non, erogazioni di acque potabili, accaparramento di servizi di pubblica utilità, traffico programmato di clandestini, nuove alleanze con la malavita estera – questo il presente tutto da organizzare: forse presto potremmo avere nuclei ecologici di stampo mafioso.
  Ma la popolazione onesta ed operosa cosa fa?
  Normalmente organizza qualche giornata di sciopero per ricordare ai mass-media che il problema non è stato risolto, si esprime in fiaccolate ricche di suggestione e di folcklore, protesta, ed attende speranzosa l’intervento dello Stato!

 *****



 "Già lontana la mia città
castigo e liberazione…
Splendida puttana
vestita di merda
paravento di paraculi
lacchè e saltimbanchi
che fanno la ruota al potere.
Politica e malaffare
intrallazzano spudorati
i rifiuti s’accatastano
a volte si bruciano
il loro puzzo
ammorba l’etere…
Nonostante la rimozione
carogne evanescenti
sono destinate a regnare".