in sospensione tra cielo e terra...

in sospensione tra cielo e terra...

martedì 8 ottobre 2013

pensando a mia madre...

da " uomini donne e.." di Annamaria Barreca - Città del Sole Edizioni - RC - 2008

rifugio
di speranze tacite
dagli anni disillusa
                     amata
ora che gli anni
senza più ruggire
lasciano stanchi passi
in solitaria dimora

 così ti vissi da quando ebbi la capacità di elaborare autonomamente
fu un vivere perennemente in bilico 
tanto da far nascere in me un costante senso di precarietà
bellissima impeccabile sempre dolce nell'eloquio
curata e raffinata mai depressa o triste
eri spudoratamente " perfetta ed amabile"
un mostro sacro da emulare a fatica
perchè la mia indole era l'esatto opposto della tua
intraprendesti una crociata con il preciso intento
di trasformare l'istrice
che a tuo dire era in me
in un cincillà
trascorsi quasi mezzo secolo cercando di imitarti
il risultato fu assolutamente disastroso
non si può fingere di essere quel che non si è
la forzatura genera comportamenti squilibrati e squilibranti
che finiscono col confondere
sino a distruggere la vera personalità
in me convivevano una due tre donne
tutte alla ricerca di una identità
che avrebbe dato loro un senso di appartenenza
così finii per non averne alcuna  e
probabilmente per viltà condussi la mia esistenza
reprimendo ogni stato d'animo
ogni azione che avrebbe potuto avere conseguenze
Quando ti riconobbi come madre?
dopo la morte di mio padre
oggi sei il mio punto di riferimento fermo e forte
oggi che hai ottant'anni pavento l'ora della tua morte
non mi è di conforto pensare che hai avuto una vita serena
piena d'amore di gioie
che ti hanno permesso di sopportare stoicamente
tutti gli accadimenti dolorosi che nel tempo ti hanno provata
no non mi è di conforto
più trascprrono gli anni e più mi lego a te
mi sono riappropriata del cordone ombelicale
me ne sono cinta a doppio giro
qualche tempo addietro mi hai raccontato di quando
fosti colpita dalla " blefarite" e di come riuscisti
ad accendere la cucina a carbone nonostante il bendaggio agli occhi
ti ha immaginata nella vacchia umida stanza della nostra prima casa
ed improvvisamente ti ho vista quale sei sempre stata
una donna coraggiosa e bella
d'una bellezza interiore che irradiava tutto il corpo
che pareva biondeggiare nel cielo verdazzurro dei tuoi occhi
mi sono sentita cattiva stupida per averti giudicata e condannata
in nome di una sterile gelosia edipica che ha consumato
i miei anni migliori
impedendomi un sano rapporto madre-figlia
equilibrio alla mia natura irrequieta
gli anni continueranno a scorrere
forse io ti sopravviverò
forse scientemente farò tesoro di tutte le parole da te dette
ti chiederò di darmi
lì dove sarai
un po' del tuo coraggio
ed avrò cura di me fino a diventare tanto bella
da biondeggiare nel cielo verdazzurro dei miei occhi

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