Sono quì, a Seveso, da un anno...Il tempo è trascorso e trascorre lentamente, con serenità, nonostante la vita ed i problemi ad essa relativi...la ma terra è lontana, migliaia di chilometri, ma la voce dei miei cari la riporta a me, ogni altro giorno...ad essa dedico queste parole ancora mai pubblicate, ma che fanno parte di me, parole che cercano di tradurre pensieri ed emozioni, spesso al limite che voglio oggi condividere con chi mi legge...
"Non è agevole riuscire ad
esprimere con parole semplici il legame che si crea tra l'uomo e la terra
che ne ha visto la nascita o meglio che lo ha generato, giacché se così
non fosse non potremmo parlare di radici. L'uomo, albero di pelle, carne
ed ossa, nel momento in cui vede la luce stringe un patto perenne con l'habitat
che lo circonda e di esso si nutre nutrendolo; è un
rapporto sinergico, osmotico, perciò se il tessuto sociale della sua
terra è sano egli sarà un uomo retto, ma se il substrato dal
quale attinge linfa è malato egli finirà, irrimediabilmente, con
l'esserne contagiato. Perché tale affermazione? Perché è facile amare
svisceratamente la propria terra rimanendone lontani, subendone solo la
fascinazione, il ricordo nei profumi, nei sapori, nell'armonia del
dialetto...E' facile ed anche bello, gratificante, e serve a stemperare il
senso di colpa provato nell'allontanamento! Diventa meno facile se
questa terra gravita nell'area meridionale, dove l'amore e l'odio sono i
sentimenti più forti e più difficili da vivere, dove la libertà dell'uno è
condizionata dalla volontà dell'altro, dove la mano destra deve ignorare
l'azione della sinistra, dove il sole s'alza caldo, vivo, fecondo sulle
lupare vigliacche spianate all'ombra di un uliveto evangelicamente simbolo di
pace! Qui, nel sud d'Italia, all'ombra delle palme e degli ulivi si
attendono quotidianamente Cristi da crocifiggere....Eppure io, che vivo da
intellettuale, con tanto disagio, la mia condizione di appartenenza, non
riesco a recidere il cordone ombelicale che mi avvince a questa
madrematrigna capace, anche, di grande generosità, di spirito di sacrificio, di
calore umano, di intelligenze ed ingegni invidiati ed emulati che hanno
lasciato un'orma profonda nel mondo delle scienze, delle lettere, della
matematica, delle arti figurative.....Anzi da tale cordone continuo a suggere
linfa vitale per cui, quando a sera il sole va a morire dietro i monti della
Sicilia, mia dirimpettaia su questa striscia di mare dalle incredibili
sfumature, mi compiaccio di essere nata qui dove,spesso, l'anima muore".
come potrete notare, il cordone ombellicale è stato reciso ciò nonostante continuo a sentire la linfa vitale scorrermi dentro: essere calabresi è come portarsi dentro un marchio...è come una malattia!
Ricordo ancora quella conferenza al palazzo della Regione...le mie parole introduttive...ma di questo vi parlerò domani...
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